martedì 28 aprile 2009

ESTATE 2005: Isola che non c'è 1

È settembre 2004, attraverso il passaparola pilotato del presidente dell’A.C.S. Silvano Cogo, si forma un gruppo di ragazze e di ragazzi provenienti da vari paesi del mondo e con un bagaglio professionale che si rifà allo spirito dell’associazionismo per attività che spaziano dalla cooperazione internazionale alle attività ricreative e interculturali.


Dal convergere dell’ingegno e della diversità di preparazione dei vari componenti del gruppo a gennaio nasce il progetto Zattera Urbana. Il progetto intende sostenere e favorire l’integrazione o la reintegrazione di figure sociali in difficoltà quali migranti e anziani con particolare attenzione anche per l’ambiente, ma si concentra soprattutto sull’obiettivo di stimolare la comunicazione tra i diversi soggetti che compongono la società, per favorirne così la reciproca conoscenza e la convivenza pacifica.


Ovviamente il progetto è molto articolato e pieno di attività che prevedono il dispendio non solo di forza di volontariato con una certa professionalità, ma anche di denaro per l’avvio e il sostegno delle attività che si effettueranno nei quartieri.


Il gruppo “Zattera Urbana”, decide che per finanziare il proprio progetto non si può attendere il finanziamento pubblico, ma a contrario bisogna partire alla svelta per non dissipare energie ed entusiasmo.


Nasce così l’idea di auto-finanziamento. L’attività commerciale responsabile, sostenibile, ed etica, inserita in un lavoro di rete con altre realtà presenti nel territorio sembra essere l’idea vincente.


È marzo 2005 si presenta il progetto “l’Isola che non c’è” in Comune. Otteniamo nella prestigiosa Isola Memmia di Prato della Valle due casette in legno, un palco e dell’acqua corrente ed energia elettrica.


E’ aprile, “l’Isola che non c’è” è pronta per partire con le sue attività.

Si prendono contatti con il mercato equo e solidale, nota attività commerciale finalizzata alla vendita di prodotti proveniente da paesi esteri che danno garanzia di eticità e di sostenibilità ambientale.


Si decide che in una casetta si intrattiene e si sensibilizza la cittadinanza sui temi più vari, dall’ambiente, al consumo critico dei prodotti, al risparmio di energie ambientali, alle attività proposte dal comune, alle attività che altre associazioni propongono, e agli effetti dell’uso dell’alcool.


Nell’altra casetta l’attività è più strettamente commerciale, nella quale si propongono prodotti come equo-coca, equo-aranciata, birra artigianale e biologica e vino biologico. Inoltre con la mistura di vari prodotti (sempre proveniente dal mercato equo-solidale) si sono proposti cocktail provenienti da vari paesi del mondo.


L’Isola che non c’è si è proposta come spazio aperto per la libera espressione della creatività giovanile. Perciò le attività di aggregazione e di attrazione sono state sin dall’inizio la proiezione di film, cortometraggi, gruppi musicali, mostre di quadri e mostre fotografiche, dibattiti e balli di gruppi etnici. Tutte attività che gli artisti hanno svolto gratuitamente e con grande successo.


Il pubblico che si presenta all’Isola che non c’è appare subito diverso sia dal cosiddetto “popolo degli spritz” che da altre forme aggregative esistenti, in quanto si identifica come un pubblico che cerca un luogo alternativo a quello delle piazze, dove si possa ascoltare gratuitamente della buona musica o godere di attività artistiche che gli intrattengono senza la necessità di consumare alcool.


Tuttavia è importante affermare che le attività si sono avviate da subito con un certo successo grazie alle persone che frequentano abitudinariamente Prato della Valle, ma che con noi hanno trovato uno stimolo in più a frequentarla.


L’aver mutuato una presenza già intensa di persone è uno dei motivi che ha spinto il gruppo a non fare attività dannose per l’habitat sociale preesistente al suo arrivo. L’obiettivo non era quello di spostare masse incontrollabili di persone, ma adunare attorno a se un pubblico che si possa sensibilizzare attorno a determinati temi e rendere partecipe delle attività dell’”Isola che non c’è”.


Non si può non sottolineare la diversità di pubblico che si presenta durante la settimana da quello che si presenta alla domenica. Mentre durante le serate della settimana le persone che trascorrono qualche ora nell’Isola sono per lo più giovani, con un età che va dai 20 ai 30 anni e che esprimono una precisa richiesta di intrattenimento, il pubblico domenicale è composto per la maggioranza da migranti e famiglie che passeggiano con i loro bambini.


Per sostenere le richieste del pubblico domenicale si sono svolte attività di giocoleria con l’apporto di clown e artisti di strada che giocassero con i bambini, mentre per i migranti si è pensato di attivare uno sportello di orientamento a supporto delle loro richieste di informazione.


Le variazioni della tipologia di pubblico non è spalmata solamente durante lo svolgimento delle attività settimanali, ma anche lungo questi mesi di presenza. Difatti l’iniziale partecipazione di studenti universitari che dopo le normali attività di studio veniva nell’Isola per distrarsi, ha lasciato posto a gruppi di giovani autoctoni che sono entrati a contatto con le nostre attività.

Dopo le prime settimane il gruppo riflette su due elementi che caratterizzano il rapporto con l’utenza: il primo consiste nel valutare le richieste più frequenti e il secondo invece si focalizza sull’attuazione di attività di miglioramento da mettere in campo per differenziarsi dalle normali attività commerciali.


Non sono poche le persone che hanno cercato di saperne di più sul commercio equo-solidale e sulle attività che il progetto “Zattera Urbana” proponeva.

Possiamo supporre che le attività di sensibilizzazione effettiva ha toccato un 10% delle persone con cui siamo entrati in contatto. Circa il 30% delle persone conosceva già il mercato equo-solidale, un altro 30% si è dimostrato interessato a saperne di più e il 10% era fortemente interessato al nostro progetto di lavoro nei quartieri.


Un fenomeno che non si poteva ignorare è l’uso di alcolici da parte della popolazione giovanile. Come tutti sanno l’uso smodato dell’alcool è un fenomeno che non provoca danni solamente all’individuo singolo, ma è tutta la comunità a farne le spese.

Sin dai primissimi giorni abbiamo distribuito del materiale informativo sull’uso dell’alcool con allegato (per chi era interessato) un’etilometro usa e getta fornito dal S.E.R.T. di Padova.

Ci si è facilmente accorti che questo materiale non era sufficiente quindi abbiamo richiesto al S.E.R.T. di Padova di organizzare degli incontri formativi che ci aiutassero ad affrontare il fenomeno in maniera adeguata, non precaria o semplicemente con le poche conoscenza che l’esperienza ci forniva.

La fondamentale collaborazione del S.E.R.T. che ci ha messo a disposizione due docenti psicologhe è stata determinante per l’attività dell’Isola che non c’è che ha migliorato il suo rapporto responsabile con l’utenza del bar. Il corso ha avuto avvio il mese di maggio e si prospetta di terminarlo per ottobre.


Oltre all’importanza dell’obiettivo di autofinanziamento ciò che si voleva dimostrare è che un commercio sostenibile è possibile a prezzi ragionevoli e messaggi nobili!

Non è di secondaria importanza ottenere il risultato della sensibilizzazione su determinati temi. La riuscita della somministrazione di bevande alcoliche con una mano, mentre con l’altra si sensibilizza il consumatore a: la provenienza del prodotto, la sostenibilità ambientale del prodotto, il fino economico della somministrazione e gli effetti (per quanto riguarda gli alcolici) sull’uso e abuso di essi rappresenta un nuovo modo di concepire le attività di aggregazione e ricreative.


Un altro motivo di soddisfazione è costituito dal buon esito della collaborazione sinergica delle varie diversità culturali esistenti nel gruppo che ha dimostrato impegno nell’ottenimento di risultati che nascono dalla condivisione di valori, riconoscendo ai membri semplicemente dei rimborsi per le spese sostenute.


Le iniziative in cantiere per la prossima stagione dell'Isola che non c'è sono le seguenti:



Servizio Info-point per extracomunitari,situato in Prato della Valle presso l’Isola Memmia,che fornisce informazioni riguardo alla localizzazione di tutti quei servizi che interessano specificatamente l’utenza (permesso di soggiorno,assistenza sanitaria,diritti sul lavoro,ecc.)


Punto di informazione sui CPT, con annessa mostra fotografica, riguardante la localizzazione, le condizioni igenico-sanitarie e umane e i disagi all’interno di questi centri d’accoglienza,con lo scopo di sensibilizzare la popolazione riguardo a questa situazione.


Creazione di un nuovo punto di aggregazione giovanile dove anche i ragazzi extracomunitari possano incontrarsi ,condividere la propria cultura , inserirsi in un gruppo facendo musica e danzando insieme. Questo proposito si realizza nel progetto”Banda del Mundo” e nel “Punto Break-Dance”.


La collaborazione con il Progetto Donna: l'apertura da parte del Comune di uno sportello informativo per donne migranti e italiane che offra assistenza in caso di violenza.

Il nostro contributo consisterebbe nell'aggancio di strada attraverso la distribuzione di materiale informativo ed eventualmente l'accompagnamento al centro.




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